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Tariffa puntuale, giunta soddisfatta, opposizione preoccupata

Gli atti approvati in consiglio comunale che hanno decretato il passaggio della Tari da tributo a tariffa puntuale  hanno viso in aula la soddisfazione dell’Amministrazione comunale per “un sistema che porterà indubbi benefici di tipo ambientale e che introduce elementi di equità nel pagamento del servizio”.  Molto critiche invece le opposizioni che parlano di “salto nel buio, con il rischio di seri contraccolpi sul gestore Asm e sull’ambiente in quanto aumenterà l’abbandono incontrollato di rifiuti”.
Gli atto, per la giunta sono stati illustrati per la parte finanziaria dall’assessore alle Partecipate Orlando Masselli: “La legge prescrive la modalità del calcolo del servizio di raccolta rifiuti già dal 2018, già ci sarebbe dovuto essere il cambio. Il metodo di calcolo già prevedeva il passaggio da tributo a tariffa corrispettiva. Le differenze sono di carattere sostanziali. Fino ad ora il Comune incassa il tributo e paga le fatture al gestore e si fa carico del contezioso. Con il nuovo sistema si va a una tariffa gestita direttamente dal concessionario. Con il precedente sistema i cittadini si facevano carico anche dell’Iva, in quanto il servizio deve essere comunque a costo zero per il comune. Con il nuovo sistema i cittadini potranno portare in detrazione l’Iva”.
L’assessore Benedetta Salvati ha evidenziato gli aspetti ambientali: “Con questa tariffa a corrispettivo chi più differenzia meno paga.  Questo ulteriore stimolo porterà ad incrementare la percentuale di differenziata attualmente attestata al 74% per cento.
Il passaggio a tariffa corrispettivo puntuale è sicuramente un passaggio importante perché permette di ottenere due obiettivi strettamente collegati. la parte variabile della tariffa sarà legata a quanti rifiuti rispetto a un livello minimo l’utenza produce. Un sistema premiante di questo tipo mette il cittadino a differenziare il più possibile e quindi è una modalità per incrementare ulteriormente la percentuale della raccolta differenziata e quindi diminuire la frazione indifferenziata da conferire in discarica allunganndone la vita e quindi evitando ulteriori ampliamenti, diminuire i costi di smaltimento e incrementare le frazioni nobili e valorizzabili dei rifiuti”.
Tra gli interventi dei consiglieri di maggioranza, quello del consigliere della Lega Federico Cini: “Il comune di Terni è uno dei più virtuosi in Umbria in quanto a raccolta differenziata. In questa ottica l’impegnò dell’amministrazione deve essere quello di potenziare sempre di più questo servizio introducendo anche criteri oggettivi di meritocrazia ed equità che premino chi non va oltre la propria quota di produzione di rifiuti indifferenziati con una tariffa più bassa e questo provvedimento segue esattamente quest’ottica, in sintesi chi più differenzia meno paga e viene finalmente superato (in parte) il criterio odioso (ancorché il più preciso disponibile fino a ieri) della superficie degli immobili come base per il calcolo che inevitabilmente penalizzava soprattutto le imprese. In merito a questo provvedimento inoltre faccio presente che i vertici di ASM già oltre un anno fa si dichiaravano pronti a partire ed infatti una analoga delibera sarebbe dovuta essere emanata alla fine del 2017 per avere il servizio attivo dal gennaio 2018. Siamo pertanto in ritardo già di oltre due anni e non posso non rilevare che quel qualcuno che nel 2017 amministrava questo comune e che a parole si dichiara favorevole oggi cerca in tutti i modi di rinviare il provvedimento di un altro anno ancora”.
Critiche da Movimento Cinque Stelle, Pd, Senso Civico e Terni Immagina: “Più rifiuti produci più paghi. Un principio sacrosanto se si mettono i cittadini in condizione di rispondere solo dei propri comportamenti, senza esporli al rischio di dover pagare di più a causa del furbetto di turno.
Purtroppo invece tariffa puntuale in salsa ternana rischia di portarci puntualmente al solito caos a cui ci sta abituando la Giunta Latini. Caos nei condomini che tra oggi e domani dovranno trovare il modo di organizzarsi per affrontare questa nuova modalità. Caos nelle periferie dove già oggi i cassonetti dei cittadini diventano di dominio pubblico. Caos nei bilanci di Asm che dovrà farsi carico della riscossione delle utenze esponendo i già precari equilibri finanziari della partecipata del comune di Terni, ricordando che nel 2019 i casi di morosità si aggirano intorno al 25%.
Potenziali rischi anche per i lavoratori di Asm che avremmo dovuto ascoltare tramite le rappresentanze sindacali, visto che saranno i primi a pagare i danni di questa operazione qualora si concretizzasse lo scenario peggiore.
Purtroppo dobbiamo costatare che il centrodestra umbro sta  andando da tutt’altra direzione rispetto alla strategia rifiuti zero, facendo presagire che l’inceneritore di Terni è il candidato ideale per diventare il camino unico dell’Umbria”.
Preoccupato Valdimiro Orsini (Uniti per Terni): “L’Amministrazione Comunale scarica su Asm la tariffa puntuale e la sua riscossione, arretrati compresi. Un modo di operare pilatesco, che rischia di creare ulteriori problemi a una società strategica del comune, che rischia di indebolirsi ulteriormente. C’è poi tutto l’aspetto legato alla improvvisazione di un atto portato in consiglio comunale nell’ultimo giorno utile del 2020. L’utenza non è stata coinvolta, ad iniziare dai condomini. Non è difficile prevedere un aumento dei rifiuti abbandonati sul territorio. Se consideriamo che già oggi i controlli del comune sono del tutto insufficenti e che sia in pieno contesto urbano che nelle zone agricolo ci sono tante discariche più o meno micro, il domani sarà ancora di più all’insegna dello smaltimento fai da te. Nello spirito di collaborazione che contraddistingue il nostro gruppo politico avevamo chiesto un rinvio per poter partire con una città consapevole e un comune più collaborativo con Asm ma l’amministrazione comunale ha preferito il muro contro muro”.

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