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Trasporto pubblico locale, con i tagli si torna alla “fase zero”

“Stiamo appena entrati nella cosiddetta “fase 3” che dovrebbe garantire il godimen
to pieno del diritto costituzionale alla mobilità. Eppure, per i cittadini umbri, sembra di essere piuttosto alla “fase zero” se guardiamo alle recenti novità introdotte dagli accordi tra Regione (in qualità di committente) e Busitalia Umbria (
appaltatrice del contratto di servizio per il trasporto pubblico locale). Decisioni prese in maniera unilaterale, 
senza alcun coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori e dei pendolari”. A denunciarlo in una nota sono la Filt Cgil dell’Umbria e la Cgil di Terni che ritengono “inaccettabile” l’interpretazione dell’assessore Melasecche, secondo il quale i bus con poca domanda devono essere tagliati. “Troppo semplice amministrare così – affermano Filt e Cgil – Noi pensiamo al contrario che i fondi a disposizione vadano utilizzati per garantire il servizio. Anche perché quando le persone riprenderanno a viaggiare (cosa che in realtà sta già avvenendo) dovranno essere rispettate le norme di distanziamento sociale che determineranno una 
capienza delle vetture ridotta al 50%. Questo significa che per soddisfare una domanda vicina a quella pre-covid serviranno addirittura servizi più frequenti di quelli preesistenti”.
Ma l’intenzione di tagliare il trasporto pubblico locale era già stata esplicitata dall’assessore Melasecche ad ottobre scorso, quindi il coronavirus non c’entra. “Si tratta piuttosto di una scelta politica, di indebolimento dei servizi pubblici – insistono Filt Cgil e Camera del Lavoro – con grave danno per i cittadini umbri e, nello specifico, per quelli delle zone più periferiche”.
La provincia di Terni, da questo punto di vista, è, secondo il sindacato particolarmente colpita, sia perché le sue aree interne risentiranno fortemente delle scelte di giunta e Busitalia, sia per le conseguenze di carattere ambientale. “È evidente infatti – continuano Filt e Cgil ternana – che indebolire il trasporto pubblico significa incentivare quello privato e quindi aumentare l’inquinamento, in totale contraddizione con gli obiettivi di sviluppo sostenibile che a parole si dice di voler perseguire”.
“Ad azioni di questo genere siamo stati sempre contrari negli ultimi 20 anni e lo siamo ancora di più oggi, in un momento storico in cui la nostra regione ha assoluto bisogno di servizi di qualità per riprendersi dal durissimo colpo inflitto dalla pandemia – concludono dal sindacato – Ci rivolgiamo dunque all’assessore e a Busitalia affinché abbandonino la strada dei tagli e si siedano con noi intorno ad un tavolo per rimodulare i servizi, senza mettere veti e, soprattutto, con risorse utili a garantire un servizio alla comunità”.
Foto: RietiLife ©
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