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Festa dei camici bianchi, il Comune di Terni è primo in Italia a sostenere l’iniziativa

Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un atto di indirizzo sulla Festa dei camici bianchi, primo Comune in Italia ad aver sostenuto questa iniziativa. L’assemblea di Palazzo Spada ha adottato  l’atto di indirizzo presentato dal capogruppo di Terni Civica Michele Rossi che chiedeva che  il comune di Terni aderisse  e sostenesse la proposta di istituire la giornata nazionale per riconoscere il lavoro degli operatori sanitari.

Una giornata che vuole essere un ringraziamento per il tanto impegno profuso nella emergenza Covid 19, un sacrificio che ha visto peraltro il decesso di quasi 140 medici e 37 infermieri. L’adozione dell’atto di indirizzo ha un profondo valore simbolico. “In questa pandemia il personale sanitario nazionale si sta battendo giorno dopo giorno contro il Covid-19 mettendo a rischio la propria salute, per garantire quella di tutti; che è sentimento comune ringraziare tutto il personale sanitario e ricordare coloro che si sono ammalati o hanno perso la vita in questa pandemia: medici, infermieri, farmacisti e le persone che assicurano l’igiene negli ospedali. che è stata lanciata nei giorni scorsi una iniziativa pubblica di raccolta firme, promossa dalla Siae attraverso il suo presidente Giulio Rapetti in arte Mogol e dal regista Ferzan Ozpetek per individuare istituire dal prossimo 20 febbraio: è il giorno in cui la dottoressa Annalisa Malara, anestesista dell’ospedale di Codogno, ha individuato il cosiddetto  paziente uno in Italia;  che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ufficialmente manifestato il proprio apprezzamento così come la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati”. L’atto richiedeva inoltre che l’Amministrazione recepisse “la volontà del Consiglio Comunale di Terni di aderire alla proposta d’istituzione di una giornata nazionale dedicata e  trasmettesse tale adesione ai proponenti nazionali e a tutti i soggetti istituzionali coinvolti”. La competenza della istituzione della festa, riporta sempre l’atto, è del Parlamento che in questi giorni la sta esaminando.

“Ringrazio i consiglieri – spiega Michele Rossi – che hanno compreso la sensibilità, l’attualità, l’utilità e il valore non solo simbolico dell’atto. Oltre a ringraziare tutto il personale sanitario a ogni livello, con l’istituzione della giornata a loro dedicata, occorre agire di conseguenza quando la crisi sarà passata ad esempio pianificando l’assunzione di personale sanitario, aumentando i loro salari, puntare sulla formazione, sulla prevenzione, aumentare i fondi per la ricerca scientifica e molto altro ancora. Questi nostri concittadini vanno ricordati e ringraziati non solo nello stato di emergenza ma dobbiamo continuare a ricordarci sempre di loro e del loro lavoro che dobbiamo onorare affrontando concretamente i problemi della sanità. Celebrare ogni anno questa giornata dovrà servire a render loro omaggio ma anche a riflettere sul sistema sanitario e per quanto ci riguarda il locale. Quest’ultimo ha dato una grande risposta di prima linea per assicurare a tutti le migliori cure possibili, e nonostante i tanti problemi anche oggi evidenziati in Consiglio, non è stato un miracolo se il sistema nazione abbia funzionato.

Questo lo si deve al grande sacrificio e al lavoro dei medici e di tutto il personale sanitario che non ha mai smesso di lavorare con grande professionalità, esponendosi addirittura a rischi per la propria salute e delle loro famiglie. L’esperienza di oggi ci suggerisce che la sanità dovrebbe figurare in cima ai pensieri di ogni istituzione pubblica e concretizzarsi attraverso doverosi interventi pubblici quando invece troppo spesso non riceve attenzione e le giuste risorse in grado di assicurare un degno servizio. I nostri soldi troppo spesso sono indirizzati altrove mentre sulla sanità e sulla ricerca si investono solo le briciole che ovviamente non bastano. Un sistema che nonostante tutti i problemi è riuscito a mantenere il controllo della situazione ma avrebbe potuto fare molto di più se solo fosse stato messo nella condizione di farlo. Serviva l’emergenza per ricordarci improvvisamente del valore di un lettino di ospedale, di un medico di base, della ricerca scientifica, per comprendere quando mancano i medici, finiscono i posti in terapia intensiva, quando il personale è chiamato da giorni a fare turni massacranti per garantirci quel diritto alla salute contenuto nella Costituzione”.

Foto: TerniLife ©
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