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‘Paese che vai’: è il turno di Allerona. Scopriamola insieme

Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva) Oggi tocca ad Allerona nel nostro appuntamento con “Paese che vai”.

DOVE SI TROVA – Allerona si erge a 472 m s.l.m., nel nord-ovest dell’Umbria, e ospita circa 1 700 abitanti. Dalla collina è possibile godere di una bellissima vista sul territorio umbro-toscano. Fa parte dei Borghi più belli d’Italia dal 2016.

QUANDO NASCE – Con tutta probabilità i primi insediamenti nella zona erano etruschi. L’esistenza del vicus romano di Lerona, però, è certa e documentata. Il nome “Allerona” deriverebbe infatti da Lerona o Vallerona, termine dialettale per indicare il corbezzolo, presente in grandi quantità nei boschi circostanti. Il vicus venne dato alle fiamme in epoca barbarica, anche se sono rimaste tracce dell’insediamento romano in Via Cassia e in Via Traiana Nova. Poco prima dell’anno Mille, fu eretto il nuovo castello, che presto entrò nell’orbita dei giochi di potere di Orvieto, diventando un baluardo delle famiglie dei Monaldeschi e dei Filippeschi. Durante la sua discesa per la conquista del Regno di Napoli tra il 1494 e il 1495, Carlo VII, non avendo ottenuto il permesso di passaggio da Orvieto, arrecò molti danni al territorio intorno, saccheggiando e distruggendo i borghi. Questi danni furono subiti anche dal castello di Allerona, che però si riprese relativamente in fretta: nel 1585 la comunità si era già riorganizzata con un proprio Statuto da cui si possono ricavare informazioni preziose su tutti gli aspetti più importanti della vita del tempo. Fu proprio in questo anno che Allerona raggiunse l’autonomia comunale. Tuttavia presto entrò nei domini dello Stato Pontificio. Dopo varie peripezie amministrative nel periodo che intercorse tra la Repubblica Romana e la Restaurazione, nel 1860 la cittadina fu occupata dai Cacciatori del Tevere alla cui guida c’era il garibaldino Luigi Masi, e fu annessa al Regno d’Italia.

COSA VEDERE – Angela Gilibini, Assessore alla Cultura e al Turismo, descrive le ricchezze di Allerona così:  “Il borgo […] si presenta immediatamente come un piccolo agglomerato di abitazioni racchiuse tra le mura medievali dei resti del castello medievale di Lerona. La cinta muraria è tutt’ora ben visibile ed è interrotta dalle due porte di accesso al fortezza: porta del Sole e porta della Luna. Nel punto più alto del paese, a 475 m s.l.m., è edificata la Chiesa di Santa Maria Assunta, recentemente ristrutturata, e contente numerosi affreschi attribuiti al pittore senese Arturo Viligiardi. La chiesa è visitabile durante il giorno senza bisogno di prenotazioni. Il turista può trovare all’ingresso numerosi depliants che ne illustrano le caratteristiche. Ad Allerona si trovano altre due chiese poste al di fuori della cinta muraria: la chiesa della Madonna dell’Acqua, dalla caratteristica forma esagonale eretta su una cappella votiva, e la Chiesa di San Michele Arcangelo ristrutturata nel 2014. Dopo il restauro contiene al suo interno anche un museo di arte sacra. Tuttavia, le caratteristiche architettoniche non sono le uniche che colpiscono lo sguardo arrivando a Allerona. Il paese è infatti posizionato nel cuore dell’aera naturale protetta della Selva di Meana: 44.270 ettari  di area boscata caratterizzata da una fortissima biodiversità. Passeggiando nei 52 km di sentieri intorno ad Allerona è possibile incontrare volpi, daini, ghiri, moscardini, lepri, upupe, barbagianni e molto altro. Recentemente è ricomparso, con avvistamenti frequenti, anche il lupo. La natura cresce rigogliosa con alberi ad alto fusto e con essenze quali corbezzolo (in dialetto alleronese africo) biancospino, prugnolo selvatico e davvero molto altro ancora. L’Amministrazione Comunale ha intrapreso, nel 2019, l’iter volto a inserire l’area della Selva di Meana all’interno  della riserva Modiale Biosfera MAB UNESCO”. Allerona offre anche due attrazioni molto particolari: la prima è il Museo dei Cicli Geologici Evolutivi, la seconda Villa Cahen. Il Museo, realizzato nel 2011 con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e con il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici di Perugia, si trova nelle immediate vicinanze del centro storico. L’attuale percorso museale, attivo dal 2016, offre ai visitatori la storia geologica dell’alleronese-orvietano da 2,5 milioni di anni fa. Allerona è importante sotto questo punto di vista perché qui è stata rinvenuta (scoperta unica al mondo) dell’ambra grigia fossile. È questo, insieme ai rinvenimenti di fossili di molluschi e invertebrati, il punto di partenza che ha consentito agli scienziati e ai ricercatori di farsi un’idea più chiara di come dovesse essere il mondo nel Pleistocene, soprattutto il mondo marino. Villa Cahen, invece, è più adatta per chi è appassionato della storia più recente: risalente al 1880, la villa fu costruita da un ricco finanziere di Anversa, Cahen, innamoratosi dell’Italia e trasferitosi in Umbria. Cahen, che aveva già ottenuto un castello a Torre Alfina direttamente dal re per i suoi meriti di guerra durante l’Unione del Regno di Italia, volle la villa in stile liberty perché in quel periodo c’era la ricerca di un gusto artistico nuovo, che potesse definirsi nazionale. Infatti in questa villa convivono un giardino all’italiana (ricco anche di specie rarissime di piante) e un giardino giapponese vicino alle serre, recentemente ristrutturato. Lo scopo di entrambi i giardini era dimostrare che la natura e l’architettura potessero convivere insieme secondo i canoni del bello estetico. Notevoli anche i numerosi particolari interni delle decorazioni a stucco e i vetri policromi.

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI – La seconda domenica di maggio c’è la Festa del patrono Sant’Ansano, con spettacoli musicali e pirotecnici. La terza domenica di maggio, invece, ad Allerona c’è la Festa dei Pugnaloni. Sebbene oggi sia in onore di Sant’Isidoro, patrone del lavoro nei campi, probabilmente la sua origine è pagana ed era una festa legata alla terra e a Cerere o a Mercurio, il dio del commercio. Infatti, il termine pugnaloni è da riferirsi a pungolo latino, ovvero al bastone munito ad un’estremità di un puntale di ferro e dall’altra del raschietto. Attualmente, la festa vede una sfilata di carri allegorici che riproducono scene di vita nei campi, con Sant’Isidoro che prega e gli angeli che conducono l’aratro. I carri restano in esposizione per tutta la giornata nel centro storico. A giugno c’è la Festa della Madonna dell’Acqua, composta da spettacoli musicali e dalla tipica processione con un’illuminazione caratteristica. A luglio c’è la Festa Allegrona, di tipo gastronomico, e il Motoraduno. Ad agosto ci sono vari eventi, tra cui La Notte delle Storie, un percorso di letture nel centro storico per bambini e ragazzi. A settembre finisce il periodo delle scampagnate iniziato a marzo, mentre a fine ottobre c’è l’Halloween Non-Stop. Nel periodo natalizio c’è il Bazar Alleronese, accompagnato da spettacoli musicali ed altri eventi, tra cui il Presepe Vivente. A febbraio c’è infine il Carnevale Alleronese, con una festa in maschera per i più piccoli.

Foto: RietiLife ©

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