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‘Paese che vai’: un salto ad Avigliano Umbro. Un’altra meraviglia del Ternano

Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva)  Nuovo appuntamento con la nostra rubrica sui paesi del ternano. C’è Avigliano Umbro.

DOVE SI TROVA – Avigliano Umbro si erge a 441 m s.l.m., a nord di Terni, e ospita 2514 abitanti. Conta 4 frazioni: Dunarobba, Sismano, Santa Restituta e Tuscolana.

QUANDO NASCE – Sebbene il comune vero e proprio sia nato nel 1975 (dopo la separazione da Montecastrilli), il luogo è stato abitato sin dall’antichità: essendo attraversato dalla via Amerina, costituiva di certo un importante snodo stradale. Ciò è testimoniato anche da un’iscrizione in caratteri Osco-Umbri e dalle numerose grotte artificiali scavate nei dintorni. Inoltre, il sito era particolarmente fertile e ricco di manto boschivo per lasciarlo inurbano. Anche il nome deriverebbe dai Romani, in particolare dalla Gens Avillia. Infatti, durante l’invasione longobarda, Avigliano Umbro rimase zona romano-bizantina per via della sua posizione strategica nel Corridoio Bizantino, cioè nel territorio tra il Ducato di Spoleto e quello della Tuscia, unico collegamento tra Roma e il Nord. Il primo documento su Avigliano Umbro è datato 1074, sulla consacrazione dell’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria in Foris. Avigliano fece parte dei territori sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Farfa. Tuttavia, il desiderio di autonomia degli aviglianesi portò alla ritorsione tuderte del 1237, che significò la morte per molti cittadini. Il papa costrinse Todi solo due secoli più tardi a ricostruire le mura perimetrali di Avigliano Umbro. Per mantenere l’ordine, però, Todi costruì Castel dell’Aquila nelle immediate vicinanze del castello aviglianese, nel 1294, di modo che si potesse anche controllare la via di transito tra Amelia e Todi. Nel periodo in cui le mura restarono distrutte, Avigliano fu preda di vari saccheggi e di vari eserciti. Non solo: la cittadina non fu risparmiata nemmeno dalle lotte tra guelfi e ghibellini. Nel 1419 fu saccheggiato ancora una volta e devastato dai Chiaravalle nel 1500, e non mancò nemmeno il sacco dei Lanzichenecchi del 1527, i quali portarono anche fame e peste. Restò sotto l’influenza di Todi per moltissimo tempo, finché non divenne parte del Regno di Italia nel 1860 (ma sempre come frazione di Montecastrilli) e poi, finalmente, libero comune negli anni ’70 del secolo scorso.

COSA VEDERE – Oggi, il borgo è stato completamente ristrutturato. Dell’epoca medievale restano un torrione cilindrico e Porta Vecchia, da cui si può godere di una panoramica vista su Terni, nel centro storico. Di epoca contemporanea sono invece la torre merlata del 1948 e, soprattutto, il teatro, orgoglio della cittadina: inaugurato nel 1928, ospita da allora numerosi spettacoli ed eventi. Nelle frazioni invece è possibile visitare il severo castello di Sismano, alto cinque piani e fortificato da due torri angolari cilindriche, che ha influenzato tutta la struttura del paesino; la Fortezza, nei pressi di Dunarobba, dalla base quadrangolare con quattro torri cilindriche agli angoli: contrariamente a quanto si può pensare, questo edificio nasce come complesso agricolo successivamente fortificato. A Toscolano, invece, il famoso Mogol ha fondato la Città della Musica, vera e propria scuola per musicisti e parolieri che indice durante l’anno diversi concorsi. La Chiesa della Santissima Trinità, del XVII secolo, invece, si trova nel centro di Avigliano. Fu interamente affrescata da Bartolomeo Barbiani da Montepulciano, ma dopo un intervento distruttivo del 1948, solo recentemente sono iniziati i lavori di recupero delle pitture. Comunque ci sono delle tele seicentesche del Polinori. Altri luoghi di interesse religioso sono le chiese romaniche di Sant’Egidio e Sant’Angelo nella periferia di Avigliano e quella di Santa Vittorina nella frazione di Dunarobba. Ma Avigliano può vantare una recente tradizione artistica piuttosto particolare: dal 2016, infatti, il centro storico si è arricchito di murales rappresentanti i vecchi mestieri, realizzati da artisti provenienti da tutta Italia. Del progetto si occupa l’Associazione Avigliano Variopinto. Non mancano le attrazioni anche per chi ha uno spirito naturalistico, archeologico o speleologico: sempre in località Dunarobba, per i primi c’è la Valle dell’Arnata con le sue Molinelle, con il suo paesaggio incantevole, e l’Acerone, l’albero pluricentenario che costituisce uno dei più antichi esemplari in tutta Europa; per i secondi c’è la Foresta fossile, la cui particolarità sta nel ritrovamento dei tronchi fossili (risalenti a 3.000.000-2.000.000 di anni fa) in posizione eretta e nella loro struttura lignea mantenuta nel tempo; per i terzi c’è Grotta Bella, una grotta sul fianco del monte Aiola da cui si può accedere a un percorso che parte da un grande ambiente con stalagmiti e stalattiti e continua in altri ambienti carsici più piccoli, collegati da un vero e proprio labirinto di cuniculi. Qui dentro sono stati ritrovati dei materiali in ceramica databili al Neolitico ed è opportuno ritenere che il sito fosse luogo di culto.

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI – Ad agosto c’è l’Agosto Aviglianese, all’inizio del mese, che si compone di vari eventi, tra cui la Sagra del Manfricolo, la Notte Bianca e l’Osteria del Cicchio. La popolazione è molto partecipativa. Nello stesso mese si tiene invece la mostra mercato di Expolabor, in cui si presentano le diverse attività artigianali del territorio. Il primo settembre c’è la festa del patrono, Sant’Egidio Ateniese, e tra settembre e dicembre c’è la Festa della Musica, con concerti di musica classica. A febbraio, c’è il Grande Trionfo del Carnevale che rende protagoniste le Maschere Umbre della Commedia dell’Arte: Nasotorto, Nasoacciaccato, Chicchirichella e Rosalinda. Inoltre per tutto il periodo carnevalesco ci sono spettacoli teatrali e balli in maschera settecenteschi, per finire con il falò del Pippinaccio e i canti e i balli legati a questa tradizione.

Foto: TerniLife ©

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