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Amelia: la storia, le bellezze e gli eventi | Nuovo appuntamento con ‘Paese che vai’

Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva) Tocca ad Amelia oggi essere “ospite” della nostra rubrica settimanale sui paesi del Ternano. “Amelia e’ una delle citta’ piu’ antiche dell’Umbria e d’Italia, con un centro storico perfettamente conservato , ricco di testimonianze del passato: le mura poligonali che cingono il centro storico della citta’, le chiese, i palazzi rinascimentali, il teatro , le cisterne romane fino a giungere al museo archeologico. Li è conservata la statua bronzea del Germanico , condottiero romano. Intorno a questa figura sono stati realizzati una serie di eventi in occasione del Bimillenario della Morte del Germanico, invitiamo tutti a visitare l’emozionante mostra multimediale che restera’ aperta fino al 31.1.2020 presso il Museo, questa potrebbe essere l’occasione per immergersi nei nostri paesaggi incontaminati e gustare tutte le ricchezze della nostra citta’, naturalmente anche quelle enogastronomiche” dice il sindaco Laura Pernazza.

DOVE SI TROVA – Amelia, con i suoi 11804 abitanti, si trova a sud-ovest dell’Umbria, quasi al confine con il Lazio, a una distanza di circa 20km dalla provincia. Si erge a 406 m s.l.m., all’estremità sud della catena subappenninica dei monti Amerini.

QUANDO NASCE – Amelia fu con tutta probabilità uno dei primi centri italici, secondo quanto riporta Catone il Censore il primo insediamento risalirebbe addirittura al 1134 a.C., molto prima della fondazione di Roma. A testimonianza di questo ci sono le mura megalitiche del VII-VI secolo a.C. Il nome deriva dal re Ameroe, da cui Ameria e poi Amelia. Gli italici, più in particolare i Pelasgi, costruirono le mura Poligonali per difendersi dagli attacchi degli Etruschi. Queste, con le mura romane e medievali, circondano l’abitato per 2 km. Successivamente Amelia è stata dominio degli Umbri e poi degli Etruschi. È solo nel 338 a. C. che arriva l’amministrazione romana. La città gode di un periodo di grande splendore sotto la giurisdizione romana, e diventa una delle città umbre più importanti, tanto da essere nominata municipio. Dell’epoca romana ci sono numerose testimonianze archeologiche, tra chiese, resti di mosaici e di terme. I reperti sono secondi solo a quelli di Carsulae. Con la fine dell’Impero Romano d’Occidente, la città segue il destino di tutta l’Italia, facendo prima parte del regno di Odoacre e poi di quello di Teodorico. Fu assediata nel 548 da Totila re dei Goti per poi tornare sotto l’Impero bizantino dopo la vittoria di Belisario su Narsete. Quando arrivarono i longobardi, nel 568, Amelia si trovò contesa tra questi ultimi, e dunque tra il Ducato di Spoleto, e i bizantini. La città era sulla via Amerina, ultimo baluardo del Corridoio Bizantino in Umbria, collegamento tra Roma e Ravenna. Segue dunque un lungo periodo di assedi e conquiste da un lato e dall’altro, finché nel 742 papa Zaccaria e re Liutprando si incontrarono a Terni e Amelia tornò sotto il controllo di Roma. Tra Basso Medioevo e Rinascimento sarà una delle tre città dell’asse ghibellino-umbra, insieme a Terni e Todi, contro l’asse guelfo-umbro composto da Spoleto e Narni, almeno fino al 1065, quando diviene definitivamente parte dei domini della Chiesa, condizione che durerà fino al Regno d’Italia. Nel 1240 il sacco ad opera di Federico II diede inizio alla decadenza del comune, che durò diversi secoli. Dovette intervenire il Cardinale Egidio di Albornoz che fece decadere alcuni oneri di Amelia verso Todi e che rese gli Statuti comunali più funzionali. Tra il XIV e il XV secolo ci fu però una tremenda carestia, e i veri segnali di ripresa vennero solo a seguito del 1417, quando, dopo l’elezione di papa Martino V, questo concesse alla città vari privilegi. Importante sotto questo punto di vista è anche la famiglia Geraldini, la quale ebbe stretti contatti con la Chiesa e con gli Aragona di Spagna e che rese Amelia uno dei luoghi d’incontro principali per gli affari del Vaticano.

COSA VEDERE – Da cosa iniziare se non dalle mura? La cinta muraria è costruita in blocchi di calcare massiccio poligonali incastrati a secco. La città ha sei accessi, ma i turisti entrano principalmente dalla Porta Romana, la più centrale e maestosa: da qui si può iniziare a girare per i vicoli del centro. Uno dei primi edifici di interesse è la Chiesa di San Francesco, costruita alla fine del 1200, ma stravolta dal rifacimento barocco settecentesco, presenta una navata con volta a botte, e al suo interno è possibile ammirare diversi cicli di affreschi: a destra, la cappella dei Geraldini dedicata a Sant’Antonio da Padova, e in cui si trovano le tombe di Camillo e Belisario, oltre alle tombe di alcuni membri della famiglia committente. In un piccolo vano antistante l’ingresso è ancora possibile ammirare un esempio di scuola giottesca, unica parte rimasta invariata dal 1300. Vicino alla Chiesa, c’è l’Ex Convento di San Francesco, oggi adibito a polo culturale multifunzionale: ospita le raccolte archeologiche e artistiche di proprietà comunale, la biblioteca e l’archivio storico del Comune, diverse sale espositive e una sala convegni. La raccolta archeologica, distribuita su tre piani e arricchita nel corso del tempo, fornisce un panorama cronologicamente completo della storia di Amelia. Ma l’attrazione principale del museo è un reperto di eccezionale valore storico e archeologico: la statua bronzea di Germanico (I sec. d.C.), unica statua esistente del generale romano, di proporzioni di poco maggiori del vero, ritrovata fortuitamente da una ruspa nel 1963 mentre erano in corso dei lavori di ampliamento di un mulino in Via delle Rimembranze, a poche centinaia di metri da Porta Romana. Al secondo piano, il Museo accoglie inoltre la Pinacoteca “Edilberto Rosa”, dove si ammirano dipinti su tavola e su tela dal XV al XVIII secolo provenienti dalle chiese cittadine e del territorio. Altra struttura religiosa della fine dell’XI secolo è la Chiesa di Sant’Agostino, di stile gotico, al cui interno si possono ammirare cicli di affreschi di diversi pittori. Proseguendo verso Piazza Matteotti e scendendo nei sotterranei è possibile visitare la Cisterna Romana, testimonianza del grande livello urbanistico dell’Amelia di epoca romana. Il Teatro Sociale è di notevole importanza, dal momento che non solo è stato preso come modello per “La Fenice” di Venezia dall’architetto, ma anche perché l’ampio palcoscenico ha ospitato le riprese di alcuni dei film più amati dagli italiani, tra cui “Il Marchese del Grillo” e “Le avventure di Pinocchio” del ’72. Addentrandosi ancora all’interno della città è possibile osservare le mura megalitiche (o mura ciclopiche), la cinta muraria che circondava il sito pre-romano. Da qui si giunge alla Cattedrale di Amelia, ovvero la Chiesa di Santa Fermina, la cui struttura odierna risale al 1200, ma che è stata modificata in seguito a un grave incendio nel 1600. La Cattedrale contiene numerosi affreschi di Luigi Fontana e moltissime opere d’arte di ogni tipo. Affianco alla Cattedrale, c’è il Campanile, erroneamente chiamato “Torre Civica”, a dodici lati, dalla cui sommità è possibile vedere il territorio di Amelia a 360 gradi. Tra i Palazzi nobiliari, uno dei più belli da vedere è sicuramente Palazzo Petrignani (in Piazza Marconi) al cui interno ci sono diverse stanze decorate per temi. Sempre sulla Piazza si affaccia la Loggia dei Banditori, dove i banditori leggevano pubblici avvisi al suono di tromba. La Loggia è sormontata da un orologio settecentesco. Avanzando ancora tra i vicoli si arriva a Palazzo Farrattini, probabilmente il più importante, poiché fu la base di un nuovo modello di palazzo signorile che divenne di gran moda. Tra i palazzi che presero spunto da questo, si ipotizza ci sia anche Palazzo Farnese a Roma. All’interno è interessante il Salone del Sangallo, con numerose rappresentazioni di condottieri, e il mobilio che è rimasto uguale all’originale. Davanti al Palazzo, si trovano i resti di terme romane. Ma le attrazioni non sono finite, Amelia è piena di edifici di natura religiosa e non degni di nota, e qui abbiamo riportato solo i più importanti.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI – Proprio il 24 novembre si celebra la festa del patrono, Santa Fermina, nella Cattedrale di Amelia. Durante la festa c’è la suggestiva rievocazione della cerimonia dell’Offerta dei Ceri alla Santa in Cattedrale, con la partecipazione dei sindaci dei comuni limitrofi e di una delegazione della città gemellata di Civitavecchia. Il Natale ad Amelia offre intrattenimenti per tutti i gusti: dai presepi permanenti a quelli viventi, dai mercatini al tradizionale e imperdibile Concerto di Natale del 26 dicembre nella Cattedrale. Nel periodo invernale c’è poi la Stagione di Prosa al Teatro Sociale. In primavera c’è il Maggio Organistico Amerino, festival internazionale d’organo. Nel mese di giugno si tiene Amelia Doc, evento enogastronomico che promuove le produzioni vinicole del territorio, nel suggestivo Chiostro San Francesco.  A fine luglio e nella prima decade di agosto c’è il famoso Palio dei Colombi, ispirato agli statuti amerini del 1346: i cavalieri di cinque contrade si affrontano al galoppo cercando di colpire, al termine della corsa, un piccolo bersaglio con la punta della lancia. Per ogni cavaliere interviene poi un balestriere che, dopo ogni tornata, scaglia una freccia verso un bersaglio collegato ad una colombaia. Se si fa centro, la colombaia si apre e un colombo si alza in volo. Ma il Palio è solo l’evento finale di due settimane di rievocazione storica, in cui ogni contrada organizza angoli caratteristici, spettacoli e rappresentazioni all’aperto. Immancabili in ogni rievocazione che si rispetti le taverne, con i piatti tipici della tradizione amerina. La manifestazione si conclude il secondo week-end di agosto: il sabato sera c’è il corteo storico e la domenica, presso il Campo de’ Giochi, il Palio. Ma agosto è un mese pieno di divertimenti per gli amerini: per Ferragosto la proloco organizza il “Ferragosto Amerino”, un evento di una settimana simile a una sagra, con serate danzanti, concerti e esperienze gastronomiche, senza contare “Nessun Dorma”, ovvero la notte bianca in cui dal tramonto al mattino la città offre diversi passatempi. Subito dopo Ferragosto c’è l’ArtFall Festival, concerti estivi per i giovani.

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