buffetti
buffetti
cottorella
Italia Life
tecno adsl

“Paese che vai”, scopriamo il bello di Terni | San Gemini: acqua, cucina e… campanilismo

Parte oggi una nuova rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva) Acqua, ma anche Giostra, cucina tipica e perle da scoprire: è San Gemini ad inaugurare “Paese che vai”

DOVE SI TROVA – San Gemini è un comune di 4 941 abitanti che si situa a una distanza di soli 9km da Terni, a 337 m s.l.m. Le acque di questo comune sono famose in tutto il mondo, ma non è l’unico primato sangeminese. L’assessore alla Cultura e al Turismo (oltreché alla Scuola e alle Associazioni), Federica Montagnoli lo presenta con queste parole: “San Gemini, uno dei Borghi più belli d’Italia, accoglie i turisti in un’atmosfera tipicamente medievale, con le sue antiche e numerose chiese (il Duomo di Santo Gemine, San Francesco, San Carlo, San Giovanni, l’ex convento di Santa Maria Maddalena), le strette viuzze intervallate da piazze che si aprono su antichi palazzi (Palazzo Vecchio, Palazzo Canova e l’ex residenza dei Principi di Santa Croce), panorami mozzafiato che si possono scoprire dai camminamenti sulle mura o dalle torrette. San Gemini offre inoltre un’ottima cucina tipica dell’Umbria meridionale ed innumerevoli attività all’aria aperta con i suoi meravigliosi sentieri, immersi nei boschi e sulle colline da percorrere a piedi, in bici o a cavallo. San Gemini, un tesoro che non ti aspetti”.

QUANDO NASCE – Probabilmente nato come insediamento dipendente dall’importante municipio romano di Carsulae, il sito era già abitato da molto tempo, come dimostrano vari resti archeologici. Si dice che il sito corrispondesse a Casventum, l’insediamento sulla Flaminia di cui parla Plinio il Vecchio, ma manca una documentazione che lo accerti. Dopo il decadimento di Carsulae, il sito vicino si espanse, ma nell’882 i Saraceni distrussero l’antico villaggio romano. La prima attestazione del nome “San Gemini” si trova nell’atto di fondazione dell’Abbazia di San Nicolò del 1036/1037. Pare che il nome derivi da un monaco siriano di nome Yemin (italianizzato in Gemine) che con le sue prediche istruì i cittadini e fu grande benefattore della città. Nel 1119 San Gemini è Guastaldato del comune di Narni, ma grazie alla politica papale di Innocenzo III che concesse un privilegio di esenzione all’Abbazia di San Nicolò, San Gemini riuscì a diventare libero comune. Saccheggiato da Federico II nel 1241, sottomesso dai ghibellini di Perugia nel 1244 e occupato dai ghibellini di Todi, il borgo rientrò nella giurisdizione papale nel 1330, che lo difese molte volte dalle incursioni nemiche. Per tutto il Basso Medioevo la cittadina si trovò preda delle lotte tra i guelfi e i ghibellini e rischiò molte volte di perdere la propria indipendenza. A novembre del 1499 il vescovo ternano Ventura Bufalini sancì la pace tra Terni e San Gemini con un documento in cui ai sangeminesi venivano riconosciuti gli stessi diritti e doveri dei ternani. Dopo l’inizio della decadenza, nel 1527 i Lanzichenecchi di ritorno da Roma saccheggiarono e distrussero il borgo. Il castello tornò a rifiorire nel 1590, dopo che nel 1530 il papa lo aveva affidato agli Orsini, sotto i quali resterà fino al 1722: gli Orsini cedono San Gemini al Principe Scipione Publicola di Santacroce, la cui rinuncia del 1817 determina una nuova decadenza. Dopo vari cambi di giurisdizione, nel 1927, con il regio decreto n. 1 che istituiva le province di Perugia e di Terni, la cittadina venne assegnata alla seconda.

COSA VEDERE – Diviso in due rioni (Piazza e Rocca), San Gemini consta di una parte più moderna e una più antica. Entrando dalla prima porta, a sud, se si gira a destra si può ammirare la chiesa di Santo Gemine, attuale Duomo che ha subito diverse modifiche negli anni. Se si prosegue per via Roma fino alla piazza principale,  intitolata a San Francesco d’Assisi, da cui si può entrare nell’omonima chiesa: costruita nel 1200 in stile gotico italiano, racchiude molti affreschi della scuola umbra quattrocentesca. Poco più avanti si trova Palazzo Canova, antica residenza del celebre artista. Ma è da Porta Burgi che ci si addentra nel vivo della cittadina che conserva le sue caratteristiche medievali. Lungo la via principale si può entrare nella chiesa di Santa Maria De Incertis, meglio nota come San Carlo, risalente al XV secolo. Dall’altro lato della strada, sulla piazza, si trova il Palazzo Pretorio (detto anche Palazzo Vecchio o Palazzo del Capitano del Popolo), con l’annessa torre Esperia, simboli del libero comune di San Gemini; all’interno vi sono numerosi affreschi e alcuni stemmi, uno dei quali è della famiglia Orsini. Per lungo tempo è stato sede del governo cittadino. Oggi è usato perlopiù per mostre d’arte figurativa. Riprendendo via Casventino, passando per via delle mura, si può accedere alla Chiesa di San Giovanni Battista. Anche all’interno di quest’ultima chiesa si possono trovare diversi affreschi. Poco distante dal centro storico invece si trova la chiesa di San Nicolò, fondata dal monaco siriano convertito in benedettino. Di questa però l’interno è piuttosto sbiadito, seppur ricco di reperti archeologici, alcuni provenienti da Carsulae. A 4km dal centro abitato c’è appunto l’importantissimo sito archeologico di Carsulae, di epoca romana. Un grande complesso di rovine in cui si può passare una giornata di relax o assistere ad eventi e concerti. A 2km dal centro abitato si trova il Parco della Fonte, dove è possibile visitare le fonti dell’acqua San Gemini e Fabia. Infine, per i più piccoli ma non solo, c’è il Geolab, museo divulgativo sulle scienze della Terra.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI – Imperdibili le due settimane tra l’ultimo sabato di settembre e la seconda domenica di ottobre che rispolverano le antiche tradizioni: la città si ammanta del proprio fascino medievale in una competizione su più fronti tra i due rioni, tra i quali ancora oggi c’è una certa rivalità e campanilismo, la cui conseguenza è una tifoseria sfegatata. Le varie taverne sparse per il borgo (delle quali una, appartenente al rione Rocca e situata su un’altura, è chiamata Casventum) offrono piatti tipici (come i famosi picchiarelli o la roccarola) e molto divertimento, in un’atmosfera goliardica. L’ultimo sabato c’è il corteo storico, con vari spettacoli e una sorta di notte bianca in cui le botteghe restano aperte. Solitamente a Palazzo Vecchio viene allestita una mostra. Ma l’evento che chiude in bellezza è la Giostra dell’Arme nel pomeriggio della domenica successiva: i due rioni si sfidano a cavallo nella tradizionale corsa all’anello, in un evento seguito come un derby calcistico. A giugno, a ridosso del Corpus Domini, c’è la bellissima infiorata, ed è proprio nella stagione estiva (giugno-settembre) che il Parco della Fonte (riaperto da poco) offre numerose serate musicali, nonché la possibilità di rilassarsi con cure termali a base di bicarbonato.

Foto: Comune di San Gemini ©

Print Friendly, PDF & Email