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Comitato No Inc: “Latini chieda ad Acea con quali aziende ha pre-accordi per ricevere i rifiuti”

“L’iter autorizzativo del procedimento che dovrà consentire, o impedire, ad Acea di bruciare una quota di rifiuti urbani va avanti. Le nuove integrazioni non sono altro che un aggiustamento progressivo che consente a tutte le istituzioni coinvolte di poter dire che ‘meglio di così non si poteva fare, nulla di più si poteva ottenere, abbiamo ulteriormente abbassato i limiti etc’. Così è stato anche per l’autorizzazione ottenuta dall’altro inceneritore, Terni Biomassa. E’ inutile cercare altra ratio. Queste le perplessità del Comitato No Inceneritore.  “Ma non esiste – continua il comitato –  una normativa che blocca per sua natura la decisione politica. In passato la Provincia di Terni si oppose chiaramente al progetto di sperimentazione Asm-Printer, e difatti non venne autorizzato nessuno spostamento di rifiuti dall’inceneritore dell’azienda pubblica verso quello del gruppo Tecnofin. In realtà era solo per favorire lo spostamento verso Acea, ma questa è ormai storia locale”.

“Allora è opportuno che a questa autorizzazione si arrivi con una Giunta politica con pieni poteri. La nuova giunta potrà prendersi il tempo necessario, richiedere ulteriori chiarimenti e modifiche, ma soprattutto decidere se consentire ad una azienda di andare palesemente contro la programmazione regionale in materia di rifiuti. Con la stessa frazione di rifiuti richiesta da Acea infatti, la Regione ha previsto di produrre combustibile solido secondario (Css) da mandare fuori regione (Scelta da noi e da molti altri non condivisa perché rappresenta di fatto un limite al ribasso alla raccolta differenziata). E in ultimo un elemento ma di non poco conto. Acea nella documentazione riporta come bacino di rifornimento dei rifiuti il territorio circostante. Quale? Terni/Umbria? Oppure il nord del Lazio? Perché il sindaco Latini non richiede documentazione ad Acea attestante dei preaccordi con società che come la nostra Asm trattano i rifiuti e relativi costi di smaltimento? Già oggi l’impianto riceve milioni di euro di incentivi pubblici per l’energia prodotta dalla combustione del pulper, la scelta quindi di richiedere la frazione residua dei rifiuti urbani ha una sua strategicità economica e anche molto politica: diventare il nodo di incenerimento umbro e dell’alto Lazio, condizionare così la programmazione regionale, e garantirsi altri venti anni di funzionamento e il doppio guadagno: uno dal conferimento pagato dalla nostra TARI e uno dagli incentivi tramite bolletta elettrica come già oggi. Non male vero?” conclude il comitato.

Foto: TerniLife ©

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