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Sempre più sostegno per il progetto Pampepato Igp

Si rafforza il gruppo delle Istituzioni a sostegno del progetto Igp per il Pampepato di Terni. Questa mattina infatti presso la sede della Camera di Commercio hanno apposto la propria firma sulla Convenzione che sancisce gli impegni dei soggetti firmatari per la promozione e la valorizzazione del nostro prodotto tipico il Comune di Terni, il Comune di Narni e l’Istituto Alberghiero Casagrande-Cesi. “L’ingresso delle due principali Istituzioni del territorio e dell’Istituto alberghiero Casagrande della provincia di Terni nel Comitato promotore  segna una tappa fondamentale nel percorso che abbiamo intrapreso per la valorizzazione del Pampepato di Terni” ha voluto precisare in conferenza stampa, il vice presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Malvetani.

Contributi precisi per il Comune di Terni che si impegna a “cercare un accordo di programma con le altre città italiane dove si produce il pampepato o uno degli antichi pani speziati per incrementare la diffusione e la conoscenza del nostro prodotto tipico” ha precisato l’assessore al commercio del Comune intervenuto alla firma della Convenzione, Stefano Fatale. Città come Siena dove si produce il panforte nero, Milano con il suo panettone o Genova con il suo pandolce, anche il Comune di Narni “si impegna  – si legge nella Convenzione – a condividere le iniziative volte alla promozione del pampepato in ambito nazionale e internazionale”.

Sarà di tipo formativo e non solo l’impegno dell’Istituto alberghiero di Terni “dove da anni – ha ricordato la dirigente scolastica Matilde Cuccuini – nell’ambito del percorso di studi degli studenti viene realizzata una ampia produzione annua di pampepati che vengono poi immessi sul mercato in collaborazione con associazioni di beneficenza del territorio”. La scuola si impegna a tramandare la cultura del pampepato e la sua ricetta presso le nuove generazioni e a mettere a disposizione i propri ampi laboratori di cucina per eventuali iniziative di promozione.

Prosegue intanto in parallelo l’iter burocratico per il riconoscimento Igp. A breve la Regione dell’Umbria formulerà il proprio parere al Ministero rispetto alla documentazione consegnata dal Gruppo dei produttori lo scorso mese di settembre. Il Ministero delle Politiche Agricole a quel punto avrà una serie di step da adempiere a cominciare dalla convocazione della cosiddetta “riunione di pubblico accertamento”. Un lungo percorso insomma che “auspichiamo – è stato detto questa mattina in occasione della firma della convezione – si concluderà nel 2019 con il raggiungimento dell’IGP, la prima certificazione in assoluto per un prodotto del territorio ternano”. I risvolti per il territorio e le sue aziende saranno notevoli. Con l’IGp il prodotto Pampepato sarà legato indissolubilmente al territorio di Terni e alle sue Terre di San Valentino e già i produttori hanno coniato un nuovo brand per il pampepato ribattezzato il Diamante delle Terre di San Valentino.

Un brand che potrà veicolare con più forza turisti attirati dal dolce ternano, ma che a quel punto non sarà più solo natalizio ma sarà in vendita tutto l’anno. La destagionalizzazione è una conquista in parte già avvenuta da parte del Gruppo dei produttori che grazie a questo anno di promozioni serrate e impegni rispettati non hanno mai interrotto la produzione. “E’ la prima volta che accade – racconta Ivana Fernetti, energica presidente del Gruppo Produttori che negli ultimi mesi ha ingrossato le sue fila arrivando a quota quaranta membri – ed è un punto fermo che abbiamo raggiunto, un risultato che dimostra come sia già cresciuta la richiesta di pampepato sul territorio”. Non solo. Già da queste festività natalizie i ternani potranno trovare il Pampepato di Terni alla voce “dolce” del menù presso alcuni ristoranti del territorio. Sono in partenza intanto i produttori del pampepato alla volta di Milano dove saranno presenti con un proprio stand dall’1 all’8 dicembre, grazie al contributo dell’Ente camerale, all’ “Artigiano in Fiera”, una tra le mostre di settore più importanti d’Europa.

Foto: CCCIA ©

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