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Ast al Mise, Usb: “Molti dubbi sul futuro del sito ternano”

Dopo la due giorni di incontri istituzionali riguardanti le prospettive sulla vendita di AST (LEGGI), il quadro dipinto da Usb è “a tinte fosche che lascia ancora sul campo molti dubbi riguardo il futuro del sito siderurgico ternano”.

“L’incontro – scrive in una nota l’unione sindacale –  convocato dalla Presidente della Regione con i sindacati territoriali, ci riconsegna un’istituzione che vuole riappropriarsi del proprio ruolo di controllo e di pressione politica per la salvaguardia di una produzione considerata strategica per tutto il Paese.

Addirittura da parte del Sindaco è venuta la proposta d’inserire Terni all’interno dei siti strategici nazionali, cosa da sempre rivendicata anche dall’USB.

Registriamo con favore questo apparente cambio di passo, non sufficiente però a tranquillizzare gli animi.

Dallo stesso tavolo è emerso altresì con chiarezza, un livello alto di preoccupazione che ha portato a confermare in modo unanime la volontà di iniziare una fase propositiva e di confronto serrato con l’azienda.

La presidente della Regione ha richiamato l’azienda anche alla soluzione in tempi brevi della questione ambientale.

A Roma presso il MISE si è registrato quello che da giorni circolava e cioè l’assenza del board tedesco, che ha posto il tavolo ministeriale ad un livello prettamente informativo e quindi depotenziato nella sua valenza politica.

Si sono succeduti interventi prettamente formali e di circostanza, in cui non è assolutamente emerso il potenziale rischio che questa fabbrica corre.

L’assenza dei rappresentanti del board tedesco, come sottolineato dalla vice ministra Teresa Bellanova, ha reso il management di AST impossibilitato a rappresentare la vera controparte.

Non possiamo non criticare aspramente le dichiarazioni riportate dall’amministratore delegato riguardo l’impossibilità da parte di ThyssenKrupp di non svelare notizie inerenti al percorso di vendita, adducendo addirittura scuse quali la presenza, nel nostro Paese, del reato di aggiotaggio ed insider trading.

Queste sono semplici pretesti che mettono a nudo però la natura verticista della multinazionale;

Le dichiarazioni presentate al tavolo, non possono non richiamare alla memoria le parole dette dal board di ThyssenKrupp all’indomani della sentenza riguardo la strage di Torino, che sottolineavano l’impossibilità dell’iniziativa privata nel nostro Paese, visto che in Italia i manager andavano in galera.

Certamente non ci rassicurano nemmeno le parole della vice ministra Bellanova, che ha dichiarato la volontà di convocare entro fine gennaio un ulteriore incontro con il board tedesco, vera controparte in questa partita.

Come Unione Sindacale di Base ci aspettiamo un comportamento conseguente alle dichiarazioni espresse dai rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali ed attendiamo quindi un’azione che vada nella direzione di riconoscimento del sito ternano quale azienda strategica nazionale, come già avvenuto con l’ILVA di Taranto.

Abbiamo di nuovo espresso le nostre preoccupazioni e critiche all’interno dei due tavoli istituzionali, quello regionale e quello nazionale, circa la questione ambientale e dei mancati investimenti dell’area a caldo, così come per il depotenziamento dell’area commerciale.

Abbiamo appreso positivamente il fatto che da oggi è patrimonio condiviso, accomunare la natura ambientale delle tre realtà produttive di Terni, Taranto e Piombino, scongiurando lo scontro tra lavoro e salute e per questo la nostra battaglia andrà verso questa direzione.

Infine, delle slides presentate dall’ing. Burelli, dove si è tentata a nostro avviso una mistificazione della realtà del sito, intendiamo prendere in considerazione solo il dato degli 87mln di euro di utili che sono il frutto esclusivamente del sacrificio dei lavoratori.

Riteniamo doveroso immediatamente iniziare la discussione sulla piattaforma integrativa che porti ad un immediato riconoscimento e risarcimento economico a tutti i lavoratori.

Come RAB-USB, chiederemo immediatamente la convocazione di una RSU e, successivamente, un ciclo di assemblee per discutere con i lavoratori”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

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