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Studi su Leonardo Da Vinci in Umbria: tra amerino, tuderte e narnese

Un gruppo di studio per ricostruire la presenza di Leonardo da Vinci non solo a Terni ma anche lungo l’asse territoriale che da Lugnano in Teverina va da un lato verso Alviano Guardea Montecchio Civitella e Todi e dall’altro verso Amelia, Narni, le Marmore e la Valnerina.

E’ questa l’iniziativa lanciata durante la conferenza-dibattito di sabato scorso in Piazza Santa Maria, alla presenza, tra gli altri, dello storico Luca Tomìo, primo sostenitore del disegno di Leonardo ritraente la Cascata delle Marmore, il presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, il magistrato ed esperto di storia e cultura, Federico Bona Galvagno, il sindaco di Scheggino, Paola Urbani, e il vice sindaco di Alviano, Giovanni Sabatini.

Il gruppo di studio, spiega il Comune di Lugnano, prende le mosse da alcuni fatti recenti: la consegna a Luca Tomìo del premio Rosone d’Argento per la cultura e il turismo che deriva anche dalla seconda scoperta dello storico milanese, presentata due mesi fa in anteprima da Sergio Trippini a Civitella del Lago, inerente una carta del Codice Atlantico che attesta la presenza di Leonardo nella media valle del Tevere anche nel 1503, al seguito di Cesare Borgia. Una lettera conservata a Todi e i possibili documenti  presenti nell’archivio della chiesa Collegiata per i quali il Comune di Lugnano, insieme ad altri comuni limitrofi interessati, promuoverà appunto il gruppo di studio che sarà composto dallo stesso Tomìo, dal direttore del museo civico, Sonia Trenta, dallo storico locale Antonio Santilli, e da Emilio Lucci, esperto conoscitore degli archivi e documenti locali.

“Lo studio – spiega l’amministrazione comunale – ricostruirà il percorso leonardesco fra l’amerino, il tuderte e il narnese, valutando la possibilità e la sussistenza di elementi tali da poter configurare anche un cammino leonardesco nella terra dell’Umbria sud fra il Tevere ed il Nera”.  Tomìo ha poi rimarcato altre ipotesi sul territorio narnese: “Anche il Ponte di Augusto – ha detto infatti – rientra nella nuova prospettiva leopardiana. Non bisogna stupirsi – ha sottolineato – poiché una scoperta tira l’altra e quelle su Leonardo valgono non solo per se stesse ma anche per la promozione di un territorio culturalmente e turisticamente non valorizzato come dovrebbe”.

Il presidente della Provincia, Lattanzi, si è soffermato sulle immense potenzialità turistiche del territorio ternano, mentre Bona Galvagno, a proposito della prima scoperta di Tomìo, quella di Leonardo alle Marmore nel 1473, ha confermato che “gli indizi sono univoci e concordanti. Il disegno degli Uffizi di Leonardo non può che raffigurare le Marmore e la valle di Terni”.

Foto: (archivio) Ternilife ©

 

 

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