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“LA RESIDENZA PER MINORI E’ SENZA AUTORIZZAZIONE”, LA UIL SBOTTA CONTRO L’ASSESSORE MALAFOGLIA

L’adesione allo sciopero indetto dalla Uilfpl da parte degli assistenti sociali del settore tutela minore è stata totale. “L’assessore ai servizi sociali Francesca Malafoglia – spiega in una nota la Uil – dimostrando una cecità politica unica, invece di prendere atto che l’intero settore contesta la sua politica e la gestione di dirigente e posizione organizzativa, cerca invece di ironizzare sul grado di rappresentanza della Uilfpl. E’ bene allora ricordare che nel settore specifico l’80% dei lavoratori aderisce alla Uilfpl, che il 100% del personale in servizio ha aderito allo sciopero, che nell’intera direzione la Uilfpl è il sindacato che raccoglie maggiori adesioni e che al Comune di Terni la Uilfpl è di gran lunga il sindacato maggiormente rappresentativo per iscritti e voti Rsu. Percentuali di rappresentanza, le nostre, superiori anni luce a quelle della Giunta di cui fa parte l’assessore Malafoglia. Nel merito, confermiamo puntualmente che un sistema di tutele è stato smantellato e che gli assistenti sociali non dispongono, a differenza del passato, di risorse comunali proprie per far fronte adeguatamente alle emergenze. L’unica possibilità che hanno, ripetiamo, a fronte delle situazioni di bisogno è quella di questuare aiuti alle parrocchie o alle associazioni. Non si possono spacciare meritori servizi di beneficenza privata (comunque quantitativamente insufficienti rispetto ai bisogni cittadini) come servizi erogati dal Comune. Garantire un aiuto concreto (anche economico) per soddisfare i bisogni fondamentali di vita a tutte una serie di categorie sociali più deboli (bambini, anziani, madri sole, famiglie prive di reddito) non è fare assistenzialismo. In realtà, per tutte le nazioni europee (e Terni è ancora in Europa) ciò è indice di civiltà e il sistema organizzato che vi provvede viene definito Welfare state. Altra questione è poi organizzare intorno a tali servizi essenziali di base un altro sistema di Welfare, detto promozionale/preventivo, che miri (parallelamente al soddisfacimento dei bisogni primari) al superamento dello stato di bisogno aiutando chi è in difficoltà (o chi potrebbe esserlo a breve) a rendersi progressivamente autonomo degli aiuti esterni. Scendendo più nel dettaglio- continua la Uil – possiamo dire che fino al 2010, a Terni, di fatto, si era in grado di fornire ai cittadini veramente bisognosi tutta una gamma di servizi essenziali (contributi economici continuativi, contributi economici straordinari, piccoli prestiti, rimborsi sanitari, presidi per la prima infanzia, integrazioni per il pagamento della retta per il ricovero in casa di riposo, sostegno alloggiativo per le famiglie sfrattate) che erano un aiuto assolutamente reale e concreto per poter permettere agli interessati di rispondere alle necessità primarie dell’esistenza. Tale sistema nulla aveva da invidiare ai sistemi di Welfare sociale di tipo europeo (il contributo economico continuativo, ad esempio, di fatto è stato per Terni un antesignano del “moderno” reddito di cittadinanza). In passato quindi se un cittadino bisognoso si rivolgeva ai servizi sociali comunali, poteva ricevere tutta una gamma di aiuti concreti, volti a consentirgli di sopravvivere dignitosamente ad una fase critica e della esistenza (sua e del suo nucleo familiare), al contrario, oggi, se un cittadino bisogno si dovesse trovare nella necessità di rivolgersi ai servizi sociali dell’amministrazione comunale, nella quasi totalità dei casi, si sentirebbe rispondere che il Comune di Terni di suo non può offrirgli praticamente niente. A fronte di ciò, stride anche che proprio l’assessore Malafoglia abbia l’indennità più costosa tra tutti gli assessori, che nella nuova direzione sia stato addirittura aggiunto persino un dirigente di staff e che sia stata riconfermata (anche con maggiorazione dell’indennità) la posizione organizzativa del Welfare familiare. Rispetto a quanto da noi già segnalato nei giorni scorsi (non ci sono risorse per affrontare le emergenze e non esiste una politica e una programmazione organica da parte dell’assessore) ci viene evidenziato anche un caso che se rispondesse al vero sarebbe, a nostro avviso, di estrema gravità. In questo caso speriamo veramente di essere smentiti. Avremmo voluto sottoporlo al dirigente ma desistiamo perché, nonostante ripetute richieste formali, non ci ha mai convocati. Non ci resta allora che chiederlo pubblicamente all’assessore sperando che ci risponda e soprattutto smentisca quanto ci viene segnalato. Sembrerebbe, dunque, che una struttura residenziale per minori-comunità educativa del Comune di Terni, pur avendo il certificato di agibilità con destinazione ad uso residenziale, sia priva invece delle specifiche caratteristiche di una comunità educativa per minori in base al regolamento regionale n. 8/2005. L’istanza di autorizzazione sembra sia stata presentata due anni fa (16 aprile 2014) ma dalle verifiche tecniche sembra non ci siano i requisiti per l’autorizzazione e l’istanza sarebbe stata archiviata. Naturalmente chiediamo di essere completamente tranquillizzati sia rispetto ai minori ospitati sia rispetto al personale che vi opera. Chiediamo, qualora il caso rispondesse a verità, anche di sapere se è pienamente normale che per ben 2 anni la struttura per minori abbia funzionato pur in assenza della specifica autorizzazione all’esercizio ed eventualmente cosa potrà accadere ora”.
Foto (archivio) TerniLife ©

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